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David McClellan

Rappresentante regionale dell’Alaska Seafood Marketing Institute

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Tel:+34 93 589 8547
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I fuggitivi

Inizia una mattinata di lavoro

Su un’ansa del fiume Naknek, situata in un paesaggio dove la natura selvaggia si estende ininterrottamente per chilometri, c’è una rustica torre di metallo.
Ogni giorno, durante la stagione della pesca, milioni di salmoni selvaggi dell’Alaska risalgono i fiumi natii.
Nel frattempo un biologo marino afferra una tazza di caffé nero bollente, si chiude la cerniera della giacca e si dirige verso la torre su una barca, ormeggia a riva, sale sulla scala di legno e inizia a contare.

Nei bacini idrografici dello stato, i gestori della pesca dell’Alaska prestano grande attenzione per garantire che il numero corretto di salmoni raggiunga i corsi d’acqua natali, in modo che il loro impressionante ciclo di vita possa continuare.

La pesca


I pescatori commerciali pescano i salmoni mentre ritornano all’acqua dolce, ed è qui che entra in gioco il termine “fuga”.
Un numero sufficiente di salmoni deve raggiungere i luoghi di deposizione delle uova.
Un numero adeguato di “fuggitivi” sostiene le popolazioni di salmoni e l’ecosistema che fa affidamento su di essi, inclusi gli orsi bruni, le aquile e la tundra, le foreste e i ruscelli, che ottengono nutrienti dai resti in decomposizione del salmone.

I fuggitivi

I biologi stabiliscono il numero di salmoni “fuggitivi” necessari per garantire la sostenibilità della specie.
Contare i pesci richiede una squadra formidabile di scienziati, aerei, sonar, sbarramenti e altro ancora.

La conta

Dalla torre, il tecnico della pesca si concentra sull’acqua, contando manualmente i pesci che passano.
Nel frattempo, riesce a vedere tutto quello che succede: gli orsi si fermano a prendere il pranzo, le aquile si appollaiano aspettando gli avanzi.
Fa tutto parte del lavoro di una giornata ed è un piccolo ingranaggio della ruota che garantisce che la pesca dell’Alaska rimanga abbondante anche per le generazioni a venire.

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