01 Mar SALMONE SELVAGGIO DELL’ALASKA, PRIMA E DOPO LA PESCA

Selvaggio, naturale e sostenibile. E’ il salmone dell’Alaska, chiamato universalmente “il gioiello del Pacifico”.

Il suo percorso di vita è affascinante. Nasce nelle acque dolci dei fiumi e da lì migra in alto mare dove vive e cresce fino alla maturità sessuale quando, per deporre le uova, torna nelle stesse acque che lo hanno visti nascere.

Diversi sono i passaggi delle varie specie adulte. I King, i Coho e i Sockeye  sono i primi a risalire i fiumi, i successivi sono i Pink e i Chum. La crescita del salmoni è molto rapida. Pensate che un Pink, in un anno, può passare dagli undici ai sessanta centimetri e raggiungere un peso di oltre 2,500 Kg!. Il Pink rimane in mare circa due anni mentre le altre specie si fermano anche sei anni, raggiungendo taglie sorprendenti

Il salmone selvaggio del’Alaska dopo la vita in mare

Il trattamento del dopo pescato ha un iter ben preciso. Una volta raggiunto il carico di pesce prestabilito, questo viene trasferito dai motopescherecci alle speciali navi frigorifere e, da qui, sono portate a terra  dove si trovano gli stabilimenti di lavorazione per lo stoccaggio.

Come viene mantenuta la freschezza del salmone dopo la pesca

Durante questi spostamenti, il salmone viene refrigerato a bordo con ghiaccio o con acqua salina raffreddata per mantenere intatte le qualità organolettiche. Questa operazione permette di continuare a pescare fino al raggiungimento del quantitativo autorizzato dalle autorità governative dell’Alaska che applicano, al riguardo, leggi rigorosissime.

La garanzia del pescato dell’Alaska

Con queste procedure, viene ottimizzato anche il lavoro delle aziende ittiche che riescono così a programmare con continuità gli approvvigionamenti. E’ una sfida importante quella della pesca in Alaska ma è solo in questo modo che viene mantenuta l’alta qualità del salmone e degli altri pesci. quello che conta è la capacità organizzativa mirata a una distribuzione mirata e in condizioni ottimali.