02 Mag IN KAYAK AI CONFINI DEL MONDO
Una storia millenaria
Quella del kayak, in Alaska, è una storia ricca di avventure, una storia che, alle origini, parla di una piccola imbarcazione il cui nome deriva dalla lingua inuktitut e che significa “barca del cacciatore”.
I primi popoli ad utilizzarla, infatti, si dice siano stati gli indigeni dell’Artico, per i quali questa piccola meraviglia rappresentava un vero proprio stile di vita grazie alla quale potevano accedere alle ricche risorse marine di quel Paese concerto facile.
Una barca che arriva ovunque
Usare il kayak era una questione di sopravvivenza perché, grazie alla sua conformazione, si potevano raggiungere i luoghi meno accessibili e persino comunicare con i villaggi inarrivabili.
Gli Inuit (uomini) la usavano per “cacciare” non solo pesci ma anche foche, trichechi e persino balene!
Con il kayak i trasporti erano facilitati in quanto il mezzo era agilmente manovrabile anche nelle condizioni più difficili.
Bastavano infatti, buone dosi di coraggio e abilità per navigare nelle faticose acque dell’Alaska, e questo piccolo gioiello puramente artigianale non solo divenne un compagno di vita ma anche una fonte di orgoglio e di identità culturale.
I primi kayak
Ma come erano in origini queste straordinarie imbarcazioni? Certamente un po’rudimentali, in quanto realizzate con legni, ossa e pelli di animali, talvolta, abbellite con intagli e decorazioni tipiche delle popolazioni del luogo ma la loro struttura era sottile ed elegante, perfetta per scivolare sull’acqua con resistenza minima.
Grazie a questo, i canoisti erano in grado di navigare anche attraverso anfratti molto stretti, tra rocce insidiose e persino di superare onde non facili con la massima stabilità.
Oggi, in Alaska, il kayak è un’avventura affascinante
Oggi, per chi ama questo straordinario Paese ai confini del mondo, il kayak è diventato un’attività ricreativa molto suggestiva.
Pensate che gli appassionati vengono da tutto il mondo per provare l’emozione di solcare le acque ghiacciate dove non è inusuale incontrare foche, lontre e persino balene. Intorno, solo il rumore della natura selvaggia, le montagne innevate e il leggero tonfo della pagaia che affonda dolcemente, regalando la sensazione di un profondo legame con il paesaggio.
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